giovedì 27 giugno 2013

Bernanke, il genio

Il PIL USA si è mostrato decisamente sottotono ( era previsto al 2,4%, invece, si è attestato "solo" al 1,8% ), così come altri dati non si sono mostrati molto entusiasmanti...E le borse statunitensi cosa fanno? Schizzano al rialzo portandosi dietro anche le principali borse europee.
Sembra un clamoroso controsenso e, di questi tempi di borse "pazze", non sarebbe neanche così strano, ma in realtà un motivo per salire ce l' hanno.
Tutto merito di Bernanke, presidente della FED, che, con la sua politica monetaria accomodante, ha cambiato le regole del gioco.
Infatti, finché l' economia USA non raggiungerà livelli soddisfacenti la banca centrale americana continuerà a immettere massicce dosi di liquidità.
Morale della favola?
Non c' è un dato negativo in senso assoluto, perché ogni dato diventa positivo in quest' ottica.
Se l' economia va male, ci sarà la banca centrale a prendere in mano la situazione "drogando" i mercati e, di conseguenza, le borse saliranno.
Se l' economia andrà bene, i mercati saliranno proprio perché va bene.
Bernanke è riuscito a far si che, qualsiasi sia la situazione reale dell' economia, questa venga vista come positiva ( anche se non lo è ) dal mercato, innescando così un circolo virtuoso che all' economia statunitense farà solo bene.


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domenica 26 maggio 2013

deduzione e detrazione

I metodi per attuare la progressività dell' imposta sono diversi.
Si possono usare, ad esempio, deduzioni e/o detrazioni.
Nel linguaggio comune molte volte questi due termini vengono considerati sinonimi, ma nella realtà rappresentano due modi molto diversi di fare politica fiscale, avendo, ad esempio, diversi effetti redistributivi.

La deduzione ( D ) è una riduzione del reddito complessivo ( RC, somma dei redditi rilevanti ai fini dell' applicazione dell' imposta ), che la norma prevede debba essere operata per ottenere la dimensione del reddito imponibile ( RI ), a cui poi verrà applicata l' aliquota legale t ( per semplicità esemplificativa considerata costante ):

RI = RC - D
L' imposta T sarà allora uguale a:
T = tRI = t( RC - D ) = tRC - tD

Si può notare, quindi, che nel caso in cui non siano previste deduzioni, il reddito complessivo è uguale al reddito imponibile.

La detrazione ( d ), invece, è un abbattimento dell' imposta. In presenza di una detrazione è possibile distinguere l' imposta lorda ( Tl, pari all' aliquota legale per il reddito imponibile ) dall' imposta netta ( Tn, pari all' imposta lorda tolta la detrazione ). In assenza di deduzione si avrà:

Tl = tRC = tRI
Tn = tRC - d

Si osservi che l' imposta netta, Tn, che si ottiene in presenza di una detrazione, coincide con l' imposta, T, che si ottiene nel caso di una deduzione se d = tD.
Infatti, tD rappresenta il risparmio d' imposta che si ottiene non dovendo pagare l' imposta su un ammontare D del proprio reddito complessivo, RC.

Fino ad ora, abbiamo considerato l' aliquota t costante e unica, ma nella realtà non è così. Infatti, in Italia, si ha un sistema di progressività per scaglioni, proprio anche dell' IRPEF. Il reddito, quindi, è suddiviso in scaglioni a cui corrispondono aliquote via via crescenti.
L' identità degli effetti distributivi tra deduzioni e detrazioni, con d = tD, è verificata solo nel caso in cui l' aliquota sia costante per ogni livello di reddito.

Cosa accadrebbe, quindi, se le deduzioni e detrazioni si innestassero in una struttura di aliquote variabile e crescente per scaglioni?

Nel caso in cui venisse garantita ai contribuenti la medesima detrazione d' imposta questa comporterebbe lo stesso vantaggio per tutti ( la detrazione riduce, in valore assoluto, l' onere tributario in egual misura per ogni contribuente ).
Una deduzione, invece, si traduce in uno sgravio fiscale il cui ammontare è tanto più elevato, quanto più elevata è l' aliquota marginale e quindi il livello di reddito del contribuente.

 Ecco, un esempio per capire meglio quanto detto:

scaglioni:
da 0 a 10000 euro  aliquota 10%
da 10000,01 a 20000 euro aliquota 20%
etc.

Supponiamo che il contribuente possa scegliere tra una detrazione di 100 € e una deduzione di 1000 €.
Il contribuente che avrà un reddito pari a 10000 € sara indifferente se scegliere l' una o l' altra soluzione, infatti, in entrambi i casi, avrà un debito di imposta pari a 900.
Per quanto riguarda un contribuente con un reddito pari a 20000 €, invece, se sceglierà la deduzione avrà un debito di imposta pari a 2800 €, mentre se sceglierà la detrazione avrà un debito di imposta pari a 2900 €. Il secondo contribuente, quindi, non sarà indifferente alle due opzioni, ma preferirà la deduzione.
Per questa ragione, la detrazione viene considerata, generalmente, uno strumento più giusto, in quanto più equo.

Le diminuzioni di gettito di imposta mediante l' utilizzo di esclusioni, esenzioni, aliquote preferenziali sono fonte di complessità e scarsa trasparenza dei sistemi tributari. I costi di un' agevolazioni fiscale, infatti, sono meno evidenti rispetto a quelli di un trasferimento esplicito di risorse da parte dello Stato ai privati. Queste tipologie dovrebbero essere usate con cautela e valutate secondo principi di efficienza ed equità.

Addio, fiat industrial.

Fiat industrial, dopo la fusione con Cnh, intende portare il domicilio fiscale in Gran Bretagna.
Giusto o sbagliato che sia, è il simbolo di un sistema italiano che non riesce, non solo, ad attrarre capitali dall' estero, ma neanche a tenersi quelli nostrani.

L' importanza della concorrenza non è qualcosa che riguarda soltanto gli imprenditori, ma riguarda in maniera, forse, ancora più importante lo Stato.
Se lo Stato non si preoccupa di fare concorrenza fiscale e legislativa, perché mai un investitore dovrebbe investire in un sistema di leggi e tasse che non è conveniente quanto quello di altri stati?
Comprereste mai un paio di scarpe da un negoziante che le vende a 100 €, quando, poco più in là, lo stesso paio viene venduto a 70 €? NO.
Il sistema italiano produce solo società destinate a fallire, sommerse da tasse, burocrazie varie e da una giustizia che è più simile ad un roulette russa.
I diritti dei lavoratori esistono se esistono non solo i diritti, ma, anche i lavoratori.
Beh, se continuiamo così, è inutile parlare dei diritti di questa categoria che si sta lentamente estinguendo, perché i lavoratori esisteranno finché ci saranno imprenditori.

Se si continua la lotta contro gli imprenditori e contro i portatori di capitale e di ricchezze etichettandoli come ladri, farabutti, corrotti, bastardi, sfruttatori ed evasori, facendo di tutta l' erba un fascio, non stupiamoci se preferiranno altri stati dove, oltre a non essere tartassati da tutte le istituzioni dello stato, gli vengono costruite statue in loro onore ( realmente, non in senso figurato ).
Comprereste mai un paio di scarpe da uno che ve le vende a un prezzo più alto e in più vi insulta?
CERTO CHE NO!!!

Finché l' Italia avrà al collo il cappio dell' invidia sociale, della lotta di classe e un boia che, assuefatto dalla incitazione della folla, non spezza la corda dell' oppressione imprenditoriale saremo un paese destinato a morire.
Finché l' Italia non farà politiche di concorrenza fiscale e legislative i capitali valicheranno le Alpi solo per andarsene, passando per la Svizzera che tra capitali e vizi capitali c' è solo l' imbarazzo della scelta.











mercoledì 15 maggio 2013

imu o non imu

Lo Stato aveva bisogno di soldi, molti soldi... Dove cercarli allora?
L' 80% degli italiani possiede, almeno, una casa di proprietà.
Ecco la soluzione allora: l' IMU.
Un' imposta, inizialmente studiata per racchiudere tutte le imposte e tasse che ruotavano intorno all' abitazione (ici, tarsu, illuminazione stradale etc. etc.) che ha mantenuto, di uguale, solo l' acronimo di imposta municipale unificata e si è trasformata in una vera e propria patrimoniale.
Un' imposta che porta un gettito certo perché le abitazioni sono sempre di qualcuno.
Una patrimoniale che diventa completamente ingiusta quando colpisce la PRIMA casa.
L' IMU sulla PRIMA casa va abolita.
Deve essere abolita perché colpisce il pilastro sulla quale si fonda la famiglia italiana.
Deve essere abolita perché colpisce gli italiani per la sola colpa di avere una casa, come se qualcuno potesse farne a meno.
Deve essere abolita perché colpisce un bene che non produce ricchezza, colpisce un bene fermo, immobile appunto, che viene già altamente tassato quando viene compravenduto.
Deve essere abolita per tutti, senza distinzione.
La proposta di un qualsiasi tipo di progressività sulla PRIMA casa rappresenta il solito pastrocchio burocratico italiano.

  • Progressività in base al reddito:

così facendo, a parità di abitazione si devono corrispondere valori d' imposta differenti a seconda di chi la possiede. Questa non è uguaglianza.
Il panettiere non può farsi pagare il pane a seconda del cliente che gli si presenta davanti, allo stesso modo non capisco perché dovrebbe farlo lo Stato.
Inoltre, se, come si sostiene, l' Italia è la patria dell' evasione fiscale si rischierebbe, ancora una volta, di far pagare sempre i soliti.

  • Progressività in base al valore immobiliare:

in questo modo si rischierebbe di far pagare imposte calcolate su un valore immobiliare vero, molte volte, solo sulla carta. Tre periti tre valori immobiliari differenti, questa è la realtà. Ma poi, chi farà le perizie a tutte le case d' Italia?
Inoltre, perché si dovrebbe pagare un' imposta calcolata sul valore odierno, quando la casa magari è stata acquista 10, 20, 30 anni fa?

  • Progressività in base alle rendite catastali:

Da anni si parla di una revisione delle rendite catastali, ma ancora non sono state fatte e così si è arrivati ad avere case del centro storico di Milano di 200 mq che pagano meno di quelle di 75 mq di recente costruzione nella periferia della stessa città.
Monti ha pensato di rivalutarle tutte indistintamente perché i soldi servivano subito e non c' era tempo di fare una revisione delle rendite catastali adeguata.
Questo tipo di progressività ( anche nell' ipotesi di rendite catastali perfettamente revisionate ), però, tende a pesare la zona di ubicazione e la dimensione dell' abitazione colpendo, quindi, le grosse città, le regioni del Nord e le famiglie numerose che abitano, necessariamente, in appartamenti di più ampia metratura.
Una persona pagherà IMU differenti a seconda della zona dove risiede pur avendo lo stesso stipendio e una casa pressoché equivalente. La casa vicino al posto di lavoro? IMU permettendo...
Inoltre, questo tipo di progressività con l' aggiornamento delle rendite catastali tenderebbe ad avvicinare, sempre più, i valori catastali delle abitazioni a quello reale presunto, ma non considererebbe la possibilità che chi ha acquistato la casa trent' anni fa, oggi, la stessa, non possa più acquistarla ( portandoci al caso precedente ).
Ad esempio, i Navigli di Milano hanno subito una forte rivalutazione, ma molte volte le unità immobiliari sono abitate da anziani con la pensione minima.



Un mix di tutto con innesti di detrazioni per alcune casi?
Sì, così al pagamento dell' IMU sostituiremo o aggiungeremo la parcella del commercialista e molta confusione tra zona, città, n° familiari, metratura, reddito etc. etc... La burocrazia ha già fatto troppi danni.

La casa è un diritto, è un diritto avere un tetto sopra la testa e i diritti fondamentali non si tassano.






domenica 28 aprile 2013

il governo di Hotelling

Il modello di Hotelling rappresenta un duopolio nel quale due venditori di gelato si collocano nei due lati opposti di una spiaggia per non farsi concorrenza. Pur vendendo gli stessi prodotti al medesimo prezzo, i gelatai verranno considerati differentemente dai consumatori ( distribuiti uniformemente lungo tutta la spiaggia ) che si indirizzeranno verso il chiosco più vicino. Ad un certo punto, uno dei due gelatai decide di avvicinarsi al centro della spiaggia per aumentare la propria clientela. L' altro gelataio accorgendosene si sposta di pari distanza. Il processo si ripete fino a quando i due gelatai non si trovano entrambi nel mezzo della spiaggia. Il consumatore, ormai, è indifferente se scegliere l' uno o l' altro perché non vi è più alcuna differenza. Con il rischio, però, di avere alcuni consumatori "periferici" che, scoraggiati dalla distanza, rinunceranno al gelato.
Forte il parallelismo con la politica:
i due partiti si trovavano ai due estremi, sembravano inconciliabili, ma poi si sono trovati insieme al governo dovendo convergere su un programma più "centrista" col rischio di lasciare non rappresentate le posizioni più estreme e di diventare uguali agli occhi degli elettori.
Nel duopolio politico non c' era spazio per il movimento 5 stelle perchè non è un gelataio, ma un venditore di acqua salata sulla spiaggia cocente. Una novità assoluta, ma che si è rilevata completamente inutile.

Ora speriamo che il governo Letta-Alfano riesca a dare le risposte che tutti si aspettano e si aspettavano da tempo. Speriamo che i gelatai riescano a soddisfare i gusti dei clienti.

Nel frattempo ecco l' elenco dei 21 ministri:


Interni  Angelino Alfano
Difesa  Mario Mauro
Esteri  Emma Bonino
Giustizia  Anna Maria Cancellieri
Economia  Fabrizio Saccomanni
Riforme istituzionali  Gaetano Quagliariello
Sviluppo  Flavio Zanonato
Infrastrutture  Maurizio Lupi
Poliche Agricole  Nunzia Di Girolamo
Istruzione, Universita' e ricerca  Maria Chiara Carrozza
Salute  Beatrice Lorenzin
Lavoro e Politiche sociali  Enrico Giovannini
Ambiente  Andrea Orlando
Beni culturali e Turismo  Massimo Brai
Coesione territoriale  Carlo Trigilia
Politiche comunitarie  Anna Maria Bernini
Affari regionali e turismo  Graziano Delrio
Pari opportunita', sport, politiche giovanili  Josefa Idem
Rapporti con il Parlamento  Dario Franceschini
Integrazione  Cecile Kyenge
Pubblica Amministrazione  Giampiero D'Alia





Cari elettori, care elettrici

Cari elettori, care elettrici,
ma che c***o avete?
Siete cittadini o ultras?
Scorrendo i commenti, di una qualsiasi notizia di politica, si leggono esternazioni che fanno davvero pensare...
Tutti parlano di democrazia, ma se qualcuno non ha votato il partito "giusto" si scatenano una moltitudine di insulti che affossano ogni considerazione di merito, per portarla a una lotta tra "onesti" e "disonesti" tra "buoni" e "cattivi". La democrazia dovrebbe considerare ogni punto di vista meritevole di rappresentanza e non sponsorizzare la dittatura del vincitore. Invece i politici, come i votanti, hanno come massima aspirazione il potere e la vittoria del proprio pensiero su tutti. Gli elettori sono diventati tifosi, i politici calciatori, i partiti squadre e le elezioni sono solo il derby.

Tutti vogliono la democrazia, ma solo per imporre il proprio pensiero... Questo è un bel paradosso!!!

Mi viene in mente una delle prime lezioni di diritto commerciale, in cui veniva affrontato il paradosso dell' imprenditore che pretende un mercato perfettamente libero e concorrenziale pur avendo l' aspirazione di imporsi su tutti gli altri concorrenti e diventare l' unico player di quel settore, un monopolista insomma.


la crisi e la politica

La politica ha tutte le colpe di questa crisi? Si e no.

Sicuramente la classe politica poteva fare meglio, ma non dimentichiamoci che poteva fare anche molto peggio. Guardando a Spagna e Grecia, ci si accorge subito che siamo scampati a scenari di gran lunga peggiori.

Basta guardare al tasso di disoccupazione per capire quanto ce la caviamo meglio:
tasso disoccupazione Gennaio 2013
  • GRECIA                            27,2%
  • SPAGNA                           26,2%
  • ITALIA                               11,6%
La disoccupazione giovanile raggiunge il 60% in Spagna e Grecia, mentre noi rimaniamo sotto il 40%. L' Italia si trova con una disoccupazione alle stelle che sarebbe, però, un sogno per spagnoli e greci.

Superficialmente attribuiamo tutte le responsabilità alla classe politica che ci ha governato in questi anni, dimenticandoci, però, che ci siamo trovati difronte ad una crisi planetaria ( nata oltreoceano ), mixata con l' austerità imposta dai tedeschi.

Una crisi che alcuni considerano peggiore di quella del '29 e che, inevitabilmente, avrebbe creato danni all' economia e all' occupazione a prescindere dalla classe politica che ci avrebbe governato.
La politica poteva solo arginarla, ma non eliminarla.

Ricordo, quando a Ballarò, si faceva continuamente riferimento a Spagna e Grecia come alle nuove Eldorado d' Europa e Zapatero festeggiava il sorpasso spagnolo ai danni della povera Italia... guardatele adesso... nella merda più totale!!!

Non è che i politici italiani ci hanno visto meglio di altri?